Clangore #2 | La critica musicale declinata al fumetto

Ogni settimana Andrea Provinciali segnala tre fumetti, abbinandoli a un disco o una canzone.

Francesco Cattani
Barcazza
Canicola

Genere: indie folk, lo-fi

Siamo sul finire del primo decennio del Terzo Millennio e un autore bolognese inizia a farsi notare con storie brevi pubblicate qua e là, soprattutto con l’etichetta indipendente Ernest e sulle pagine della rivista “Animals”. Colpisce subito la sua peculiare cifra stilistica: cruda urgenza espressiva, secco tratto in bianco e nero e una narrazione spiazzante in grado di squarciare la banalità del quotidiano con improvvisi e inaspettati picchi di violenza senza mai abbondanare una malinconia di fondo ammaliante. Una sorta di cantautore folk in bassa fedeltà, un po’ come Elliott Smith e i suoi primi bozzetti acustici o Will Oldham agli esordi.
Barcazza è stato il primo vero libro a fumetti di Francesco Cattani pubblicato da Canicola nel 2010 e in quelle 120 e passa tavole c’è la sintesi perfetta del suo modo di interpretare la narrazione per immagini. Una barca, tre adulti, bambini che si tuffano, la luce abbacinante dell’estate, una casa per le vacanze, tensioni, incomprensioni e curiosità adolescenziali: il tutto ambientato in un lasso temporale di una giornata, dove il celato e il nascosto sono gli elementi essenziali del romanzo.
Oggi Canicola ripropone il libro in una nuova edizione a colori: ovviamente più elegante, ma va un po’ a mancare la forza di quel bianco – dosato magistralmente da Cattani nella prima versione – che riusciva a inondare le pagine di estate e rilassatezza (contrapposta agli attriti crescenti della storia). Sicuramente è un modo per dar la possibilità di leggerlo a chi se lo fosse perso. Anche perché Cattani con il suo ultimo romanzo a fumetti Luna del mattino (Coconino Press, 2017) ha vinto prestigiosi premi come il Gran Premio al Romics e il Premio Micheluzzi come “Miglior Fumetto”.
C’è tutto un nuovo cantautorato underground che negli ultimi anni sta emergendo in America fatto di melodie lo-fi, sonorità scarne e voci sottili (Elvis Depressedly, Hovvdy, Coma Cinema, Alex G…)… Ecco, Cattani potrebbe essere il primo a farlo in Italia dicendo basta all’it-pop. Per le liriche destabilizzanti e laceranti, Soft Fangs è il paragone che più gli calza.

Voto: 7.5/10

Soundtrack: Soft Fangs – Fractures

The New Yorker
L’amore e altri sbagli
Rizzoli

Genere: jazz

È da quasi un secolo che le vignette del “New Yorker” riescono a raccontare – quasi più di qualsiasi altra forma d’arte – l’uomo immerso nel proprio tempo, rinnovandosi di generazione in generazione, con un umorismo affilato e intelligente. Politica, questioni sociali, tradizioni, religioni… tutto dello scibile umano è passato sotto le lenti geniali dei vignettisti della rivista americana. Questa raccolta si concentra soprattutto sulla sfera dell’amore con tutte le sfumature emozionali che porta con sé. Leggere il libro è come ascoltare un album di Chet Beker – un altro che l’amore lo sapeva “musicare” eccome –, in grado allo stesso tempo di rilassare e stuzzicare l’intelletto.

Voto: 7/10

Soundtrack: Chet Baker – It Could Happen To You

Jason Shiga
Demon | volume 4
Coconino Press

Genere: math rock

Jason Shiga, fumettista californiano, si è laureato in Matematica pura e si vede: i suoi libri sono tutti caratterizzati da forme strutturali insolite. Non ne fa eccezione Demon: una saga che si sviluppa in 4 volumi, congegnata come un’equazione intricatissima e complessa, nonostante l’idea di fondo sia quanto mai semplice e geniale. Il protagonista Jimmy Yee non può morire: prova in tutti i modi a suicidarsi – anche nei modi più brutali – ma ogni volta si ritrova nel corpo di un altro, rendendosi conto di essere una sorta di demone. Da lì la storia si impenna narrativamente frullando al suo interno di tutto e di più: servizi segreti, esperienze spassose, trovate politicamente scorrette, elementi prog ma anche aperture pop. Demon è sì complesso ma accessibile a tutti: è proprio il tratto di Shiga a rendere leggera la storia. E sì, su tutto aleggia un cinismo spietato, ma la sceneggiatura è così divertente e spassosa da dare dipendenza: 4 volumi che si leggono tutti d’un fiato.
Impossibile però non tirare in ballo i Don Caballero e il loro math rock. Infatti, anche la ritmica narrativa e la suddivisione in vignette di Shiga non è mai lineare ma asimmetrica e complessa proprio come un loro album. “What Burns Never Burns” è forse quello che più vagamente vicino a qualche sfumatura pop. Perché di pop in Demon ce n’è, eccome.

Voto: 8/10

Soundtrack: Don Caballero – What Burns Never Returns

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