Anarchia e graffiti nel quartiere Exarchia ad Atene

Strada di Exarchia Atene [ph. Ivana De Innocentis]

Exarchia, quartiere anarchico di Atene, è una realtà unica in Europa.
Dietro al degrado, alla criminalità e alla gentrificazione degli ultimi anni, resistono cultura underground e graffiti writing

Strada di Exarchia Atene [ph. Ivana De Innocentis]
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Exarchia, quartiere anarchico al centro di Atene, è una città nella città ed è una realtà unica, tanto in Grecia quanto in Europa.

Questo luogo, senza dubbio complesso e affascinante, è sempre più al centro dell’attenzione mediatica internazionale e meta di pellegrinaggio non solo di anarchici, dissidenti, artisti e graffiti writer ma anche di curiosi osservatori e di turisti stranieri. E così, quello che era, e in parte è tuttora, un cuore pulsante di iniziative sociali e cultura underground, sta mutando forma, perdendo un po’ della sua genuina identità. Quello che però non cambia nel tempo sono il fermento nelle strade e i segni sui muri, di rabbia, di riflessione, di ribellione, di espressione artistica e di libertà.

Exarchia, tappa obbligata per il graffiti writing

Tanti sono i writer greci che vi hanno lasciato un segno, ma ancor più i writer stranieri in viaggio ad Atene, su tutti quelli tedeschi. La capitale greca, di fatto, è diventata una delle mete preferite dei “viaggi vandalici” di crew provenienti da tutta Europa o dall’America. Gli ateniesi, sempre più stanchi di cercare uno spazietto libero in cui dipingere a Exarchia soprattutto in periodi in cui il quartiere è seriamente invaso dai turisti, sono sempre più spesso crossati e sostituiti da stranieri pronti a tutto pur di dipingere il più possibile.

Il flusso costante e crescente di writer è certamente attirato dalla quasi totale assenza di polizia, dalla voglia di infrangere le regole in un luogo anarchico per eccellenza e dalla discreta visibilità dei pezzi.

Strada di Exarchia Atene graffiti vari [ph. Ivana De Innocentis]
Strada di Exarchia Atene graffiti vari [ph. Ivana De Innocentis]
Strada di Exarchia Atene graffiti vari [ph. Ivana De Innocentis]
Strada di Exarchia Atene graffiti vari [ph. Ivana De Innocentis]
Al di là di questo, tanti sono i nomi interessanti che vi hanno dipinto, ad esempio le crew greche Amigos, OFK, LIFO, HMB, SR, 101, NDA, 381 e tra gli stranieri VMD, DM, DFP, KT, SYT, Lords, GRDNS, Bamboo, Farlopa e i noti 1UP e Berlin Kidz. Non è così difficile imbattersi in writer o intere crew, locali o non, armate di aste, rulli, bombolette e perfino scale o in ragazzi intenti ad attacchinare poster e manifesti politici o a scrivere slogan. Come conseguenza di questa tendenza i muri, le saracinesche dei negozi e i portoni sono letteralmente tappezzati di tag, throw up, pezzi, stencil, sticker e di qualsiasi altra forma di comunicazione, di ribellione o di espressione artistica urbana; insomma un bombardamento di scritte e di immagini che stupisce e che quasi stordisce.

Strada di Exarchia [ph. Ivana De Innocentis]
Strada di Exarchia [ph. Ivana De Innocentis]
In questo marasma non mancano, naturalmente, scritte e loghi di ultrà, scritte anarchiche, antifasciste o anti-polizia e messaggi legati a proteste in atto, a importanti fatti di cronaca avvenuti (su tutti la morte del 15enne Alexis Grigoropoulos ucciso da un agente della polizia nel 2008) o alla situazione socio-economica. Proprio di questi ultimi, in netta minoranza rispetto al resto, l’opinione pubblica e la stampa sia locale che internazionale hanno fatto un uso strumentale, con l’obiettivo di inculcare nella mente della gente il concetto che l’indisciplinato e vandalico graffiti writing è una conseguenza della crisi. Chi vive ad Atene sa bene che non è così e che le crociate anti-sporco, anti-graffiti e anti-vandalismo, così come in altre città del mondo, sono solo un modo per distrarre l’attenzione dai problemi reali. La realtà è che il graffiti writing c’era anche prima è che la scena ateniese è sempre stata interessante, variegata e molto attiva.

Graffiti di NDA crew Exarchia Atene [ph. Ivana De Innocentis]
Graffiti di NDA crew Exarchia Atene [ph. Ivana De Innocentis]

Giro virtuale tra arte urbana e punti di riferimento underground

L’arte urbana spontanea, mettiamocelo in testa, è un’arte transitoria, in movimento, soprattutto quando viene realizzata per strada; da qui l’impossibilità di mappare con esattezza la “street art”. Quella di Exarchia, poi, fatta eccezione per opere e pezzi di grandi dimensioni, realizzati in altezza o di valore, è particolarmente mutevole e per scoprirla al meglio è consigliabile perdersi tra le tante stradine, i vicoli, le scalinate che portano alla bella collina Strefi Hill. Il mio consiglio è quello di soffermarvi soprattutto a osservare le piazze, i parcheggi e le facciate delle case abbandonate, dove potete ammirare graffiti e arte urbana di nomi noti quali l’italiano Blu, i tedeschi Berlin Kidz, e tanti artisti e writer locali più o meno noti a livello internazionale tra cui WildDrawing.

Murale di Blu a Exarchia Atene [ph. Ivana De Innocentis]
Murale di Blu a Exarchia Atene [ph. Ivana De Innocentis]
Opere di Berlin Kidz 1UP 381 e a destra INO a Exarchia [ph Ivana De Innocentis]
Opere di Berlin Kidz 1UP 381 e a destra INO a Exarchia [ph Ivana De Innocentis]
Ma Exarchia non è solo muri dipinti e tappezzati di tag e locandine, è anche luoghi di ritrovo e di aggregazione sociale, centri sociali e spazi occupati, attività sociali, culturali e sportive accessibili a tutti, spazi e iniziative a supporto degli immigrati e delle persone in difficoltà, incontri e dibattiti su temi sociali e politici, cinema d’essai, feste sui tetti o concerti con ingresso gratuito, locali underground in cui suonano band locali e internazionali della scena punk hardcore, negozi di vinili e di oggettistica vintage e tante, tantissime librerie. La gentrificazione degli ultimi anni, che con l’aumento dei turisti e dell’offerta di Airbnb ha portato anche all’apertura di tante attività commerciali e locali e caffetterie perfette per expats e stranieri, ha fatto di Exarchia un quartiere “cool must-see” e ha dissuaso molti ateniesi dal frequentare assiduamente la zona, cercando luoghi alternativi in cui incontrarsi. Ad Atene si parla già di altri quartieri limitrofi candidati a essere “la nuova Exarchia”. Per ora, comunque, la realtà underground e quella degli abitanti di passaggio o dei temporanei osservatori, sembrano ancora convivere piuttosto pacificamente.

Ѐ comprensibile, però, che gli ateniesi siano stanchi di questo deleterio effetto vetrina. Tanti sono i turisti che con un giretto fotografico, un paio di selfie davanti alla colorata “street art” e un caffè nella piazza centrale, pensano di poter comprendere in poche ore le dinamiche del quartiere o addirittura cittadine.

La mia testimonianza (tutto quello che i giornali non vi dicono)

Entrare fin da subito a contatto con il folklore della zona e con la scena underground di Exarchia, vivendo a lungo nel cuore del quartiere e spesso a contatto con i writer, è stato elettrizzante, non posso negarlo. Sul mio sito Urban Lives ho raccontato i momenti trascorsi ad ascoltare storie di chi ci abita e di chi l’ha vissuta, i pomeriggi passati nell’università occupata, le serate in giro con writer e artisti in azioni con tanto di birra e di stereo, il tempo trascorso con artisti italiani e stranieri in viaggio ad Atene, e l’emozione di vivere in un quartiere in cui è difficile annoiarsi e in cui, tutto sommato, sentirsi a casa.

Platea Exarchia Urban Lives [ph Ivana De Innocentis]
Platea Exarchia Urban Lives [ph Ivana De Innocentis]
Writer che dipingono di notte Exarchia [ph. Ivana De Innocentis]
Writer che dipingono di notte Exarchia [ph. Ivana De Innocentis]
Eppure, col passare del tempo, ho iniziato a scoprire alcuni aspetti della zona, decisamente meno entusiasmanti. Prima di tutto ho capito che è un quartiere che a lungo andare stanca, non è facile abituarsi ai molotov ogni weekend, agli scontri con la polizia, alla presenza costante di spacciatori, al suddetto fastidio dei turisti presenti, al chiasso e alla confusione a tutte le ore. In alcuni periodi sembra quasi di vivere in un grande rave party con gente che passa da stati di esaltazione a disperazione, mentre d’estate l’odore nauseante di alcune strade è quasi insopportabile.
Va detto inoltre che, pur essendo meno pericolosa di quello che sembra e di quello che molti dicono (niente in confronto ad altre zone del centro città), il quartiere anarchico ha, anche in questo senso, i suoi lati oscuri. Soprattutto da qualche anno, infatti, il senso di libertà spesso sfocia in violenza gratuita e fine a se stessa, atti vandalici di persone che usano l’anarchia come scusa per rompere macchine, spaccare vetrine, rubare, iniziare conflitti con la polizia trascinando con sé, agli occhi dell’opinione pubblica, anche chi concepisce realmente l’anarchia come un valore.

Insomma, ci vuole il pelo sullo stomaco per vivere a Exarchia, un luogo che ha ancora tanto da offrire e da mostrare ma che merita di essere rispettato, compreso ed esplorato a fondo, magari con l’aiuto e la guida di chi lo vive e respira quotidianamente.

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