Exarchia, quartiere anarchico di Atene, è una realtà unica in Europa.
Dietro al degrado, alla criminalità e alla gentrificazione degli ultimi anni, resistono cultura underground e graffiti writing
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Exarchia, quartiere anarchico al centro di Atene, è una città nella città ed è una realtà unica, tanto in Grecia quanto in Europa.
Questo luogo, senza dubbio complesso e affascinante, è sempre più al centro dell’attenzione mediatica internazionale e meta di pellegrinaggio non solo di anarchici, dissidenti, artisti e graffiti writer ma anche di curiosi osservatori e di turisti stranieri. E così, quello che era, e in parte è tuttora, un cuore pulsante di iniziative sociali e cultura underground, sta mutando forma, perdendo un po’ della sua genuina identità. Quello che però non cambia nel tempo sono il fermento nelle strade e i segni sui muri, di rabbia, di riflessione, di ribellione, di espressione artistica e di libertà.
Exarchia, tappa obbligata per il graffiti writing
Tanti sono i writer greci che vi hanno lasciato un segno, ma ancor più i writer stranieri in viaggio ad Atene, su tutti quelli tedeschi. La capitale greca, di fatto, è diventata una delle mete preferite dei “viaggi vandalici” di crew provenienti da tutta Europa o dall’America. Gli ateniesi, sempre più stanchi di cercare uno spazietto libero in cui dipingere a Exarchia soprattutto in periodi in cui il quartiere è seriamente invaso dai turisti, sono sempre più spesso crossati e sostituiti da stranieri pronti a tutto pur di dipingere il più possibile.
Il flusso costante e crescente di writer è certamente attirato dalla quasi totale assenza di polizia, dalla voglia di infrangere le regole in un luogo anarchico per eccellenza e dalla discreta visibilità dei pezzi.
Giro virtuale tra arte urbana e punti di riferimento underground
L’arte urbana spontanea, mettiamocelo in testa, è un’arte transitoria, in movimento, soprattutto quando viene realizzata per strada; da qui l’impossibilità di mappare con esattezza la “street art”. Quella di Exarchia, poi, fatta eccezione per opere e pezzi di grandi dimensioni, realizzati in altezza o di valore, è particolarmente mutevole e per scoprirla al meglio è consigliabile perdersi tra le tante stradine, i vicoli, le scalinate che portano alla bella collina Strefi Hill. Il mio consiglio è quello di soffermarvi soprattutto a osservare le piazze, i parcheggi e le facciate delle case abbandonate, dove potete ammirare graffiti e arte urbana di nomi noti quali l’italiano Blu, i tedeschi Berlin Kidz, e tanti artisti e writer locali più o meno noti a livello internazionale tra cui WildDrawing.
Ѐ comprensibile, però, che gli ateniesi siano stanchi di questo deleterio effetto vetrina. Tanti sono i turisti che con un giretto fotografico, un paio di selfie davanti alla colorata “street art” e un caffè nella piazza centrale, pensano di poter comprendere in poche ore le dinamiche del quartiere o addirittura cittadine.
La mia testimonianza (tutto quello che i giornali non vi dicono)
Entrare fin da subito a contatto con il folklore della zona e con la scena underground di Exarchia, vivendo a lungo nel cuore del quartiere e spesso a contatto con i writer, è stato elettrizzante, non posso negarlo. Sul mio sito Urban Lives ho raccontato i momenti trascorsi ad ascoltare storie di chi ci abita e di chi l’ha vissuta, i pomeriggi passati nell’università occupata, le serate in giro con writer e artisti in azioni con tanto di birra e di stereo, il tempo trascorso con artisti italiani e stranieri in viaggio ad Atene, e l’emozione di vivere in un quartiere in cui è difficile annoiarsi e in cui, tutto sommato, sentirsi a casa.
Va detto inoltre che, pur essendo meno pericolosa di quello che sembra e di quello che molti dicono (niente in confronto ad altre zone del centro città), il quartiere anarchico ha, anche in questo senso, i suoi lati oscuri. Soprattutto da qualche anno, infatti, il senso di libertà spesso sfocia in violenza gratuita e fine a se stessa, atti vandalici di persone che usano l’anarchia come scusa per rompere macchine, spaccare vetrine, rubare, iniziare conflitti con la polizia trascinando con sé, agli occhi dell’opinione pubblica, anche chi concepisce realmente l’anarchia come un valore.
Insomma, ci vuole il pelo sullo stomaco per vivere a Exarchia, un luogo che ha ancora tanto da offrire e da mostrare ma che merita di essere rispettato, compreso ed esplorato a fondo, magari con l’aiuto e la guida di chi lo vive e respira quotidianamente.
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