Out Of The Box | Williams Obrou Zouzouo

Artista visivo, illustratore, character designer, fumettista con occasionali incursioni nel mondo dell’hip-hop e dancehall: Weel Lee – nome d’arte di Williams Obrou Zouzouo – ha cominciato nell’ultimo paio d’anni a emergere come uno dei giovani artisti da tenere d’occhio per il futuro prossimo. Dal lavoro per Netflix all’annuncio di Gatti, la sua prima graphic novel in lavorazione per Bao Publishing prevista per il 2023, passando per le illustrazioni per The Superhero of Black Filmmaking – documentario presente a Cannes nella sezione Cannes Classics che ricostruisce la vicenda di Oscar Micheaux – le tavole di Weel Lee si riconoscono per il linguaggio visivo espressivo e personale e l’uso del colore netto e incisivo.

Abbiamo parlato di autoproduzioni, coltivare la creatività e l’impazienza.

Cosa ti ha portato a sviluppare la tua creatività in ambiti tanto diversi? Trovi che ci siano delle contaminazioni positive tra le tue attività?
Penso sia una cosa abbastanza naturale per le persone creative, di cercare altri media con cui esprimersi! Io disegno da quando sono piccolo, ho iniziato a ballare alle superiori, e alle medie ho studiato pure canto per un po’.
La creatività, più la mia eterna indecisione su cosa fare della mia vita mi hanno sempre portato a nuove ed interessanti possibilità di espressione! Penso assolutamente che il ballo, hip-hop soprattutto, influenzi il mio lavoro : la cultura black afroamericana, lo street wear e tanto altro sono parte integrante di ciò che disegno.

La scorsa primavera hai realizzato due illustrazioni per Zero, la serie prodotta da Netflix. Ci racconti come hai lavorato sulle immagini e come è stato partecipare al progetto?
Certo! Penso la cosa più bella sia che essendo stato abbastanza fortunato da avere non una, ma due illustrazioni da fare, siano le chance che ho avuto  di utilizzare due stili differenti per entrambe! Soprattutto per la locandina! Non sono solito fare cose semi realistiche, è stata una bella opportunità per sperimentare!
Partecipare al progetto è stato fantastico e soprattutto stimolante. Avendo lavorato anche nello spot posso dire che la cosa più bella sia stata conoscere così tanti talenti neri. Non mi era mai successo, e ci penso sino ad oggi.

Sei attivo nell’ambito delle autoproduzioni e fanzine: da Day Off di Attaccappanni Press a The Queer Black Italian Experience e molte altre. Qual è l’aspetto di questi progetti collettivi che trovi ti arricchisca di più come illustratore e artista?

Penso sia il fatto di conoscere persone nuove, anzi! Ne sono sicuro. Personalmente parlando, connettermi con altri esseri umani è ciò che mi da la carica e la curiosità di esplorare ed esplorarmi sia a livello artistico che non! Ascoltare storie altrui ci da le chiavi di lettura per interpretare meglio le nostre. Non credo ci sia qualcosa di comparabile a ciò.

Cosa metteresti in una capsula del tempo?
La sensazione che provo ogni volta che ascolto BLONDE di Frank Ocean, l’Italia che amo nel film Porco Rosso e le polaroid che ho con i miei migliori amici.

Se potessi incorniciare un momento dell’ultimo anno di cui sei particolarmente fiero, quale sarebbe?
Le riprese dello spot di ZERO, ad occhi chiusi. Ero a casa. Ma anche quando ho saputo che avrei lavorato a “GATTI” per Bao Bublishing, la mia prima graphic novel. Ancora non ci credo!

Un libro, un disco o un fumetto che hai comprato a scatola chiusa?

“Abbandonare Un Gatto” Di Murakami, credo.
In realtà comunque, essendo io molto pigro ed impaziente spesso compro cose a scatola chiusa.

Il il gatto di Schrödinger è vivo o morto?

D’istinto ho pensato morto! Ma chi lo sa. 

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