Out Of The Box | Fabio Mancini

Fabio Mancini

Un immaginario che pesca in maniera liberale dall’antichità classica sino ai romantici, i preraffaelliti e l’espressionismo – per dirne solo alcuni – con cui interpretare con sguardo personalissimo storie classiche e contemporanee e personaggi della cultura pop e della musica: sono le illustrazioni di Fabio Mancini. Di Fabio Mancini si può dire davvero, come diceva Walt Whitman, che è vasto e contiene moltitudini: il suo registro espressivo spazia dalle illustrazioni per l’infanzia più solari e innocenti a storie con ben più di un livello di inquietudine e humour nero (come il Leonardo di Losche Storie per Franco Cosimo Panini), sino alle fanart dei personaggi più iconici della cultura queer. 

Abbiamo fatto una chiacchierata sulle mummie di palude, il rapporto con la natura e la discografia di Kate Bush.

Fabio Mancini

Le tue illustrazioni sono inconfondibili per un immaginario che attinge da tutta la storia dell’arte, con cui interpreti anche personaggi della cultura pop contemporanea. Quanto pensi influisca coltivare la propria curiosità per ambiti e interessi anche apparentemente lontani dall’illustrazione?

Ti rispondo gongolante, perché sono davvero contento che tu ci abbia visto questo, è tutto corretto! Penso influisca molto, ed è anche la parte che preferisco di questo lavoro, il fatto che lo stimolo giusto possa arrivare da qualsiasi parte: da un balletto come da un serie tv, dalle ore spese a studiare numismatica senza saperne il perché a quella mostra proprio bella sui costumi del cinema visitata per caso o quel documentario sulle mummie di palude. L’illustrazione finita sarà sempre anche una mappa degli interessi coltivati, che siano momentanei o no. Per questo non è mai tempo perso appassionarsi a qualcosa, metaforicamente si stanno raccogliendo gli ingredienti da mischiare nel calderone per creare una pozione nuova.

Fabio Mancini

Passi dall’illustrazione ragazzi a un registro adulto e stratificato, come nel caso delle storie all’interno di Melagrana e Grimorio per Attaccapanni Press. Pensi sia importante esercitare la propria capacità di parlare linguaggi differenti e esplorare aree diverse della propria espressione?

Non sono certo di saperti rispondere, a lungo ho pensato fosse controproducente mostrarlo e che potesse confondere possibili clienti.
Si è trattata più di una necessità, amo disegnare pensando che le mie  immagini verranno fruite da piccoli lettori, ma amo altrettanto  disegnare (e provo anche a scrivere!) cose che non siano per bambini.  Quando ho scritto la storia per Melagrana ero sicuro che l’erotismo non fosse il mio linguaggio, ho scoperto in corso d’opera quanto mi divertisse e da allora, quando ho la possibilità di farlo, provo a sempre a concedermi un tentativo.

Fabio Mancini

Sogni di creare un boschetto di felci nel tuo appartamento, ed in effetti la natura è molto presente nelle tue tavole in maniera quasi panica, però dici di avere anche il più classico pollice nero. Ci parli del tuo rapporto col mondo naturale?
 
Tocchi una nota dolente: nonostante il mio amore per loro ho dovuto rinunciare alle felci, ma non rinuncio all’idea di avere una giungla in casa. Con il tempo -cerco di non dirlo troppo ad alta voce- sembra che anche il mio pollice si stia inverdendo, e ciò è bene perché nelle mie tavole spesso finiscono proprio le piante che ho sulla scrivania, sul comodino, appese al bastone delle tende, in un mix che probabilmente di naturale ha davvero poco venendo tutte da luoghi anche molto distanti tra loro ma che spero si traduca in un qualcosa di bello. Il mio rapporto con il mondo naturale resta ambiguo.
 

Fabio Mancini

Cosa metteresti in una capsula del tempo?
Il dente del giudizio che ho conservato, la mia copia dell’Iliade, sementi varie e la discografia di Kate Bush.
 
Fabio Mancini
 
Se potessi incorniciare un momento dell’ultimo anno di cui sei particolarmente fiero, quale sarebbe?
 
Un anno veramente strano in cui fare questa domanda, ti direi il momento in cui ho chiuso lo storyboard del mio fumetto. Ma forse vince la prima pizza che ho cucinato in casa.
 
Un libro, un disco o un fumetto che hai comprato a scatola chiusa? “Il principe e la sarta” di Jen Wang. L’ho preso perché la copertina urlava che mi sarebbe piaciuto, ed è stato proprio così, lo consiglierei a tutti.
 
Il il gatto di Schrödinger è vivo o morto?
È vivo. Ma io non aprirò la scatola per controllare.

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