Come è sua consuetudine, l’autrice parte da un oggetto, da un’associazione di idee o di forme per poi costruire piccole storie senza parole, introdotte soltanto da un breve titolo. Si svela così, attraverso il solo potere evocativo del disegno, l’intimità dei rapporti tra uomo e donna: il desiderio, la tenerezza, i giochi di potere e di forza.
I personaggi nati dall’immaginario di Marion Fayolle non hanno voce, né passato né futuro. Sono allegorie, metafore che parlano attraverso il proprio corpo. Un gioiello che esalta l’autonomia dell’immagine dalla parola.