Libro di Disegni, di Simone Massi (ritardo: misurato, il libro è stato pubblicato 5 mesi fa)
Libro di Disegni è, effettivamente, un libro fatto con dei disegni. Tutti tratti dai cortometraggi animati di Simone Massi. Un film d’animazione è un film composto grossomodo da 24 disegni al secondo. Potete immaginare quanti disegni compongono un lavoro anche di un solo minuto. Simone Massi opera in questo ambito, da posseduto dal disegno, da disegnomaniaco, dal 1995, quando, a poco meno di 25 anni, esordisce con Immemoria. Fin da questo lavoro – già nel titolo – sono evidenti i confini del territorio della sua poetica, fatta di perseveranza, impegno e scelte ben precise.
C’è un sentimento di perdenza, mi permetto il termine un po’ strambo, nel cinema di Simone Massi. Tutto è perdita nella sua opera. Tempo, energie, salute. Sfiancante il mestiere dell’animazione come lo fa lui, segno per segno, disegno per disegno, come unico strumento la propria mano, che disperde le sue forze su fogli bianchi da oltre vent’anni. Un moto perpetuo che reca bellezza, gioia, sostentamento in un mondo che soffoca, precipita, incespica. Un mondo cieco che si è accecato da solo, infetto da sé, non vittima, ma carnefice di sé stesso. Supplizio, o delizia ancora più sottile, per gli autori benandanti come Massi, è vivere in un mondo come questo, dove l’arte dell’animazione si muove in spazi e binari del tutto differenti, fatti con un mestiere diverso, apocrifo, rispetto a quello scavato e sudato da Simone, rinchiuso nella sua Pergola, paesino disperso tra le montagne marchigiane.
Il sentimento, quando lo vedi, ti sommuove qualcosa dentro. Essere parte dell’umanità, vuol dire riconoscere il sentimento. Che può essere nell’occhio di un vecchio come di un bambino, di un contadino come di un cane, di un partigiano come di un imboscato. E gronda sentimento, l’opera di Simone Massi, come non ho mai visto in vita mia.
Una fonte inesauribile di dolore e bellezza i suoi lavori, che corrono sullo schermo, a 24 pulsazioni al secondo, come un cuore pazzo, che pompa linfa non in un corpo, ma nel mondo intero, attraverso i sentieri luminosi di decine di schermi. 24 respiri al secondo che non possono essere visti: non perché siano trasparenti – sono in bianco e in nero, contrastati come un lama nel cielo di mezzogiorno – ma perché sono inafferrabili. Questo libro ne ferma alcuni, fa questo miracolo di porgerli al nostro occhio per scoprire il segreto di quel dolore e di quella bellezza. Per mostrare il sentimento da capo a piedi con un senso da naturalista, che a volte sfocia nella freddezza del becchino, altre volte nell’anelito del partigiano. E cosa scopriamo? Scopriamo come i lavori di Massi abbiano l’anima intagliata. Incisa. Graffiata di mille tagli: un lirismo di ferite senza punti di sutura, ombre e luci composte da tagli incessanti e perfetti, arature parallele o perpendicolari, diagonali, scorticanti, che lasciano intravedere la carta viva, che lasciano il nero a sigillare il patto silenziose delle forme.
Libro di disegni è pieno di nomi. Nomi che hanno in comune la perseveranza, la tenacia, la fermezza d’animo nei confronti della vita, pervicacemente affrontata a modo loro. Gino Strada, Amos Gitai, Wim Wenders, il mitico Mimmo Cuticchio, Marco Paolini, Massimo Zamboni, per dirne solo qualcuno. Ad ognuno è stato offerto uno spazio per una breve riflessione sull’opera di Massi in generale o su alcuni cortometraggi in particolare.
Altri nomi: Cesare Pavese su tutti – e anche da qui, da questo ascendente, è evidente che la forma di resistenza di Massi è differente da quella che potremmo immaginare, è una caparbietà che sfiora la cocciutaggine. È una forza sregolata, ma benevola. E poi tanti registi, tanti autori di immagini anzi, come lui: Andrej Tarkovskij, Ermanno Olmi, i fratelli Taviani, il Dovzenko astratto e potente di La Terra, l’Elem Klimov di Và e vedi, ma anche tanta originale e brutale saggezza proveniente dalle case sbiancate di calce, dai pavimenti spaccati dalla fatica delle credenze, delle persiane sonnolente, dalle falci appese e dagli stivali lerci, dalle macchie scure degli alberi che aprono le colline in due, dall’Appenino afoso e ronzante. Una materia prima che va inquadrata, pensata, decodificata. Bisogna tenersela al fianco come un cane durante una lunga passeggiata. Farsela amica. E poi ti ripagherà.
È un mondo terribilmente in bilico quello corteggiato da Massi, un mondo fatto di memorie, di sguardi. I personaggi disegnati da Massi hanno uno sguardo. Capiamo cosa pensano, cosa gli passa per la testa – e sono solo macchie su di un foglio, colori lavorati, sono disegni, appunto. Questo è sorprendente, è magico. Ecco cosa c’è oltre al sentimento nei lavori di Massi, c’è anche una straordinaria magia, una magia non trascendente, ma tutta interiore, una magia vivificatrice. È la magia dell’artefice, del demiurgo.
La dimensione del demiurgo è mostrata finemente dal corredo di schizzi pre-operativi raccolti nel volume. Soliloqui che ci fanno entrare nel cerchio luminoso del tavolo da lavoro del regista. Luce e creazione sono la stessa cosa, quando sfogliamo queste pagine. Che sia una suddivisione precisa e puntuale, come nella griglia dello storyboard di Adombra, oppure la faticosa scrittura degli appunti Dell’Ammazzare il maiale – cortometraggio che nel 2012 è stato premiato con il David di Donatello – che si contorcono tra le diciture di un biglietto del treno. E qui si soppesa l’esperienza dell’artefice che, nel bel mezzo della vita, trova un istante in cui le forze sono in equilibrio e gli permettono un’isola di lucidità creativa: senza preavviso ovviamente, prendere o lasciare. Una penna e quello che c’è, va bene anche il biglietto del treno. La forza creatrice, che si annoda attorno alle idee in un’elettrificazione che nessuno sa spiegare a fondo, poi produrrà. Passa dalle parole ai fatti. Ma prima bisogna saper cogliere la scintilla. Bisogna sempre essere attenti.
L’animazione ha un senso profondo, perché entra in contatto con l’anima delle cose. Come si muovono, come entrano in relazione tra loro, quali sono i loro caratteri. Certo, è una professione, certo, è anche una missione – dato che non può prescindere dal sacrificio – ma Simone Massi è quello che si potrebbe definire un’animatore resistente. La resistenza non ha a che fare con il sacrificio, ha a che fare con una scelta. Una scelta ben precisa. E sta tutto qui: tenere la posizione, mantenere salde le proprie convinzioni, agire conseguentemente a quelle convinzioni.
Io lo so qual è il capolavoro di Simone Massi. L’ho visto. E, non a caso, è anche qui, all’interno di questo compendio di disegni. È un attimo. O meglio un momento. Appare durante La Memoria dei Cani: un contadino che lentissimamente si asciuga la fronte. C’è tutto Simone Massi in quell’unico disegno e La Memoria dei Cani appare come uno spartiacque della sua opera. Dove tutto diventa chiaro. Professione e scelta coincidono in un’ottica che diventa lente per guardare la realtà. E, nel mondo odierno, l’opera di Simone Massi rischierebbe di essere anacronistica se non fosse così attenta e tagliente. Così a fuoco. Libro di Disegni è un passo importante per un’autore che continua a crescere e a maturare e che atrocemente scopre che si può crescere e maturare in continuazione senza una vera fine. Come gli zoom dei suoi cortometraggi, meccaniche ottiche che permettono di scoprire orizzonti sempre nuovi in percorsi che crediamo certi, che mutano davanti ai nostri occhi con la lentezza e l’ineluttabilità dell’esistenza. Crescere, maturare, accumulare esperienze e ripetere. È così che si scalano le montagne. È così che si trovano, ogni volta, nuove energie.
Esiste un libro parallelo a questo, animato, pubblicato, coraggiosamente, in tempi non sospetti da Minimum Fax, che crede più di tutti all’importanza dei piccoli capolavori di questo laborioso disegnatore marchigiano: si chiama Nuvole e Mani e contiene due DVD per fruire a pieno dei lavori dell’autore.
Vorrei che Simone Massi avesse una qualche posizione di potere. Una posizione benevola – se esistono posizioni di potere benevole – del genere Ministero dell’Anima, qualcosa che possa influenzare l’andamento degli spiriti e proteggere quello delle menti. Menti che oggi naufragano incontrollate nella modernità, che si sfaldano nella modernità, come il ferro che si scioglie nel crogiolo rovente, in un solo istante di fiamma. Menti che soffocano nei nostri cervelli sempre più artefatti, sempre più riproducibili, sempre più simili l’uno all’altro, nel raggelante trionfo del regno degli ultracorpi. Menti che hanno bisogno di un balsamo guaritore.
Libro di Disegni non è un libro, ma una bombola d’ossigeno per tanti polmoni trasudanti verderame, avviliti da migliaia di fiati corti e sfaticati, avvelenati dalla città, dalla civiltà, dal progresso. Anzi, non è bombola d’ossigeno, è proprio un respiro profondo.
Libro di Disegni di Simone Massi (Minimum Fax)
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