Viaggi nello spazio, avventure stellari, creature aliene e androidi ribelli.
Quando pensiamo al cinema di fantascienza, la nostra immaginazione spazia dalle origini del romanzo scientifico all’evoluzione del genere tra film, fumetti, serie tv e videogiochi.
Inserito tra i generi più popolari della settima arte, il cinema di fantascienza offre una visione, il più delle volte distopica, del futuro analizzando tematiche sociali e umane che affondano le radici nella contemporaneità: dalla ricerca di altre forme di vita ai viaggi interstellari. Non a caso si intitola proprio “Viaggio nella Luna” il primo corto di fantascienza della storia del cinema diretto da Georges Méliès nel lontano 1902.
Un classico intramontabile che apre la strada al genere sci-fi che alterna blockbuster come “Interstellar” e “Alien” a cinque cult indie tutti da riscoprire:
Ex Machina (2014)
Ci sono autori in grado di rendere ogni opera unica. Alex Garland, scrittore e sceneggiatore di alcuni dei più grandi film di Danny Boyle (“The Beach”, “28 giorni dopo”, “Sunshine”, solo per citarne alcuni), debutta dietro la macchina da presa con Ex Machina: l’affascinante storia di un programmatore, un inventore e una macchina umanoide dotata di intelligenza artificiale. Un racconto torbido e disturbante che, raccontando i pericoli della tecnologia moderna, trascende un classico horror come Frankenstein di James Whale nel cinema sci-fi.
Candidato agli Academy Awards del 2016 per la migliore sceneggiatura originale, Ex Machina diventa un cult apprezzato dal pubblico e dalla critica mondiale grazie alle performance straordinarie di Alicia Vikander, Domhnall Gleeson e Oscar Isaac.
Moon (2009)
Tra il 1972 e il 1973 l’iconico David Bowie lancia le hit mondiali “Starman” e “Life on Mars?”. Oltre trentacinque anni dopo, Duncan Jones, suo figlio, debutta dietro la macchina da presa con uno degli sci-fi più interessanti delle ultime decadi.
Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival, “Moon” racconta la storia di un uomo in missione sulla Luna che si ritrova ad affrontare un altro se stesso e una serie di sotterfugi e inganni sulla missione che lo ha allontanato dalla famiglia. Interpretato dal caratterista Sam Rockwell, “Moon” è uno splendido omaggio al cinema di genere sci-fi, da “2001: Odissea nello spazio” a “Blade Runner”. Un cult stellare che, come tutti i grandi film di genere, punta al cuore e alla mente dello spettatore consacrando un cult low budget del cinema di fantascienza mondiale.
Snowpiercer (2013)
Prima di conquistare il pubblico e la critica mondiale con lo straordinario “Parasite”, Bong Joon Ho spazia tra generi diversi: dal monster movie “The Host” e la fiaba animalista “Okja” all’avventura sci-fi Snowpiercer.
Tratto dalla graphic novel “Le Transperceneige”, “Snowpiercer” è il primo film di Joon Ho in lingua inglese con un cast internazionale composto da Chris Evans, John Hurt, Ed Harris, Jamie Bell, Octavia Spencer e Tilda Swinton. Uno sci-fi adrenalinico che racconta un futuro distopico in cui l’umanità, divisa in classi sociali e decimata da una nuova era glaciale, è costretta a spostarsi intorno alla Terra sul treno che dà il titolo al film. Un thriller apocalittico che, tra scenografie suggestive e il tocco profetico di Bong Joon Ho, consacra un franchise che continua nell’omonima serie tv Netflix con Jennifer Connelly e Sean Bean.
Melancholia (2011)
Lars von Trier è uno degli autori più coraggiosi e disturbanti della storia del cinema.
I suoi film fanno discutere e talvolta perfino arrabbiare per l’innata, e spesso furba, capacità del suo autore di disturbare il pubblico e la critica mondiale: dal teatro sperimentale di “Dogville” agli estremi “Antichrist”, “Nymphomaniac” e “La casa di Jack”. Una serie di cult innovativi e visionari in cui si inserisce il poetico e malinconico “Melancholia” interpretato da Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland e Alexander Skarsgard. La storia di due sorelle molto diverse tra di loro che si ritrovano ad affrontare i problemi che le legano prima che il pianeta Melancholia distrugga definitivamente la Terra. Un viaggio personale nella depressione che racconta il complesso rapporto di Lars von Trier con l’amore, l’arte e la vita.
Under the Skin (2013)
Jonathan Glazer è un regista britannico noto al pubblico mondiale per i videoclip di artisti del calibro di Massive Attack, Blur, Radiohead e Jamiroquai. Ma è anche un autore di uno spessore e di una complessità tali da permettergli di realizzare tre film che, dividendo la critica, si sono imposti nell’immaginario cinematografico mondiale.
Dopo il cult a tinte gangster “Sexy Beast” con Ben Kingsley e il dramma dalle sfumature thriller “Birth” con Nicole Kidman, Glazer dirige il disturbante e visionario sci-fi “Under the Skin”. Tratto dal romanzo di Michel Faber e interpretato da una enigmatica e algida Scarlett Johansson, “Under the Skin” racconta la storia di un’entità aliena dalle sembianze umane che gira il mondo uccidendo tutte le persone che incontra lungo il cammino per rifornire dei macchinari alieni. Ma l’inatteso incontro con un ragazzo affetto da neurofibromatosi risveglia la sua parte umana. Un dramma alieno che, nonostante i difetti, turba lo spettatore come poche opere di genere sci-fi.
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