Da quando “Stranger Things” ha debuttato su Netflix, il mondo ha riscoperto la magia degli anni Ottanta. Una decade prolifica dal punto di vista artistico, cinematografico, televisivo e musicale che ha consacrato uno stile immortale e unico.
Ma gli anni Novanta non sono da meno, soprattutto per le generazioni nate a cavallo tra le due decadi che hanno avuto modo di innamorarsi di teen drama leggendari, saghe storiche e musica pop.
Come sempre, noi di Hoppípolla concentreremo l’attenzione sui migliori film indie usciti prima del ventunesimo secolo per dimostrarvi l’unicità di questa meravigliosa decade anche per il cinema indipendente.
Clerks
Kevin Smith è uno dei registi e sceneggiatori più celebri dell’entertainment indie. E il motivo è semplice: pochissimi autori sono in grado di spaziare tra opere completamente diverse tra di loro. Noto anche come il silenzioso Silent Bob delle sue pellicole, Smith realizza commedie irriverenti, drammi romantici e horror disturbanti. Un concentrato di follia e creatività anticipato da “Clerks – Commessi”, il suo film d’esordio costato solo 27mila dollari che, conquistando il Sundance Film Festival, lo lancia tra i registi più promettenti della sua generazione.
La carriera di Kevin Smith sarà una continua altalena di successi e flop ma “Clerks” rimarrà sempre la sua pietra miliare. Un cult senza tempo accompagnato da un sequel vincente e un terzo capitolo in uscita nel 2022 ancora una volta interpretato da tutti gli storici protagonisti.
El Mariachi
Come è facile immaginare, scrivere articoli di questo tipo implica fare delle scelte “dolorose” come escludere centinaia di capolavori che meriterebbero una menzione d’onore. Ma noi di Hoppípolla vogliamo concentrare l’attenzione su film ad alto tasso di rischio: dopotutto un conto è dirigere una commedia a basso budget, un altro è realizzare un action ricco di sparatorie ed esplosioni inserito tra i migliori film di genere della settima arte. Ed “El Mariachi” è uno di questi: scritto, prodotto e diretto da Robert Rodriguez, qui al suo esordio dietro la macchina da presa, con un budget di soli 7.000 dollari, “El Mariachi” è un cult che conquista il pubblico e la critica dando vita a una trilogia composta dai sequel ad alto budget “Desperado” e “C’era una volta in Messico”.
Prima dell’alba
Un nome, una leggenda dell’indie. Richard Linklater non è solo uno dei maestri del cinema indipendente ma è l’autore di una delle trilogie più emozionanti di sempre iniziata nel 1995 con “Prima dell’alba”. Una storia d’amore interpretata da Ethan Hawke e Julie Delpy che racconta l’incontro casuale tra due persone destinate a separarsi e re-incontrarsi nei successivi due capitoli: “Prima del tramonto” e “Before Midnight”.
Uno dei tanti capolavori di Linklater che si inserisce di diritto tra i suoi film più riusciti che spaziano da “Slacker” e “School of Rock” al sorprendente “Boyhood” girato in dodici anni che trionfa ai Golden Globes 2015 vincendo nella categoria miglior film drammatico e miglior regia.
Fargo
Se Joel ed Ethan Coen sono i registi più amati dal pubblico e dalla critica mondiale, un motivo c’è. Dall’esordio dietro la macchina da presa con “Blood Simple”, i due autori hanno rivoluzionato il cinema autoriale tra influenze pop e un’impronta unica divenuta il loro marchio di fabbrica. Anche in questo caso, molti dei film dei fratelli Coen meriterebbero di essere menzionati ma ci concentreremo su una delle loro pellicole più amate: “Fargo”. Un cult di genere che non solo ha trionfato agli Academy Awards del 1997 ma è stato inserito nel prestigioso National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Un successo senza tempo e confini da cui è stata tratta anche una serie televisiva, prodotta dai stessi Coen, e sviluppata in epoche diverse nella iconica cittadina che dà il titolo al film del 1996.
Rushmore
Prima dei “Tenenbaum”, “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, “Grand Budapest Hotel” e “The French Dispatch”, c’è “Rushmore”. Una commedia irriverente diretta da Wes Anderson e interpretata da un cast stellare composto da Jason Schwartzman, Bill Murray e Brian Cox che introduce lo stile unico, l’ironia graffiante, i personaggi bizzarri e il minimalismo che lo consacreranno tra i registi più straordinari della storia del cinema.
Un piccolo gioiello cinematografico ricco di colori pop e canzoni retrò che anticipa negli anni Novanta quello che oggi sappiamo già: la meraviglia di un autore che, attraverso le sue opere, continua a scrivere un’irriverente satira sociale e politica.
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