Out Of The Box | Il Cartavolante

L’Out Of The Box di oggi è un po’ diverso dal solito: tre illustratrici e un editore per parlare di un progetto ambizioso e insolito che mette assieme l’amore per i classici, tre romanzi che hanno ancora tantissimo da dire alla contemporaneità, un formato editoriale con un’anima punk e una casa editrice che non ha timore di avventurarsi in pubblicazioni insolite e collane ricche di humour nero per appassionati.

Il Cartavolante nasce dall’associazione a delinquere di tre illustratrici: Elisabetta Stoinich e Lalla e Luisa Lodetti – note insieme come le Pemberley Pond. Partito inizialmente come autoproduzione finanziata dai suoi futuri lettori su Patreon, il Cartavolante ha molto presto trovato casa all’interno di una realtà editoriale che ha fatto della sperimentazione sui formati una delle sue caratteristiche più riconoscibili: ABEditore. L’esempio più caratteristico sono le Imbustastorie, uscite dedicate a romanzi classici della letteratura che attraverso finte pubblicità d’epoca, pamphlet e altre bizzarrie ingaggiano il lettore in un gioco di rimandi con l’universo narrativo del racconto.

Un principio che anima anche le pagine del Cartavolante, in perfetto equilibrio di testo, lettering (le Pemberley Pond sono esperte di hand-lettering: il loro stile inconfondibile ha creato uno standard contemporaneo che ancora influenza decine di uscite della narrativa ragazzi) e illustrazione in un mix tra classico e moderno. Nei 50×70 centimetri del Cartavolante trovano spazio curiosità, aneddoti sull’autore, sul contesto in cui è nata l’opera e molto altro, presentando ogni testo in modo nuovo e originale che parla sia agli amanti del romanzo in questione, sia a coloro che vogliono lasciarsi affascinare e avvicinare un libro che non hanno ancora letto.

Ci siamo fatti raccontate direttamente dagli interessati come è nato il progetto, che piani hanno per il futuro, e che opinione hanno del gatto di Schrödinger (spoiler: c’è del dibattito.)

Come avete deciso con quali tre classici partire e quali sono i prossimi tre a cui vorreste lavorare?

Lalla, Luisa e Elisabetta: Moby Dick è stato scelto di getto. Rappresentava, dal punto di vista della mole del libro e della sua complessità, un’impresa grandiosa e noi volevamo partire in modo sfarzoso. Frankenstein è arrivato dopo lungo dibattere. Volevamo assolutamente un’autrice femminile, ma diversa da quelle su cui tanto avevamo già lavorato in precedenza (le Bronte e la Austen sono un po’ i nostri cavalli di battaglia). Inoltre Frankenstein, come romanzo gotico, strizzava un po’ l’occhio al pubblico del nostro editore. Orlando è stato una scelta fortemente sponsorizzata da Betta che lo stava leggendo in quel momento. Ed è risultato perfetto sia per vastità di temi, che per spunti artistici, visto il passaggio di epoche storiche e il cambio di sesso di Orlando. Senza contare che Virginia Woolf è semplicemente un fiume in piena e fonte infinita di ispirazione.

Per quanto riguarda i numeri nuovi solo Jane Eyre è stato già deciso. E al momento è partita la rilettura del libro. E’ un romanzo che amiamo moltissimo tutte e tre e poi ce lo hanno chiesto davvero in tanti. Per gli altri due numeri sappiamo con certezza che ci sarà un’opera Shakespeare. Per il terzo siamo alla ricerca di qualcosa di insolito. Magari un po’ buffo per spezzare un po’ la tragedia.

Il formato della fanzine è legato alla controcultura, il dyi, le autoproduzioni e in generale un immaginario che non siamo abituati ad associare ai classici: eppure questi tre romanzi sono tutte opere che hanno in sé delle idee piuttosto sovversive. Come si fondono nel Cartavolante l’anima punk e quella letteraria?

Lalla, Luisa e Elisabetta: L’idea embrionale del Cartavolante prevedeva poche pagine in bianco e nero fotocopiate. Voleva essere una fanzine vera e propria: prodotta facilmente e distribuita liberamente. Poco testo, immagini semplici. Ma quando tre artiste frustrate dal lavoro di tutti i giorni si mettono a ragionare su quello che hanno voglia di fare, le cose sono destinate a schizzare fuori controllo. Così il progetto si è ampliato a dismisura tanto che poi è fortunatamente intervenuto ABEditore per permetterci di concretizzare i nostri sogni di gloria. Ci immaginate da sole a cercare di piegare a mano un Cartavolante?
ABEditore ci ha permesso di creare un prodotto di grande qualità, in un alto numero di copie e con un prezzo davvero basso. Nel cuore del Cartavolante resta la voglia di poter raggiungere il maggior numero possibile di persone per condividere la grande passione per queste opere. E poi la possibilità di fare quello che ci pare e come ci pare ci sembra estremamente punk!

ABEditore non è nuovo a prodotti editoriali dal formato bizzarro, dedicati a chi ama immergersi in maniera giocosa nell’universo narrativo dei suoi romanzi preferiti. Ho letto che il Cartavolante è stampato sulla carta utilizzata dal National Geographic per le sue cartine: quanto è importante per oggetti così insoliti curare l’aspetto cartotecnico e la conoscenza dei materiali e delle tecniche di stampa?

ABEditore: Non è importante, è fondamentale. Conoscere il materiale primo da cui tutto parte e conoscere a fondo i principi di realizzazione delle pubblicazioni e le varie tecniche di stampa DEVE essere uno dei principi cardine su cui basare il nostro mestiere. Noi non lasciamo nulla al caso e spesso impieghiamo molto tempo a realizzare le nostre pubblicazioni perché se una proposta di stampa non ci soddisfa o se non riusciamo a trovare la lavorazione o la carta adatta, stai sicura che quel libro non uscirà.

Cosa mettereste in una capsula del tempo?

ABEditore: Siamo abbastanza unanimi nel dire: una pubblicazione ABEditore!

Lalla, Luisa e Elisabetta: mettiamoci i libri che abbiamo illustrato per il Cartavolante! Sicure che lasceranno stupefatto e affascinato chiunque aprirà la capsula e in qualunque epoca futura.

Se poteste incorniciare un momento dell’ultimo anno di cui siete particolarmente fieri, quale sarebbe?

Elisabetta: (le altre annuiscono): Posso dire, forse a nome di tutte, che il momento di soddisfazione massima è stata l’uscita del Cartavolante. Abbiamo visto slittare molte volte la data, è arrivata addirittura una pandemia che ci ha rotto un sacco di uova nel paniere conservate con tanta cura. Dovevamo far uscire qualcosa di davvero importante per noi, ma ogni programma e ogni certezza sono stati stravolti.

Alla fine è successo, i primi tre Cartavolanti sono stati pubblicati e, vedere l’entusiasmo delle persone che lo sfogliavano, è stato il sereno epilogo di un’attesa piena di interrogativi e colpi di scena.

ABEeditore: Il momento immediatamente post-lockdown: rientrare in ufficio e renderci conto che saremmo riusciti a cavarcela pur essendo una piccola realtà, e a far uscire comunque tante pubblicazioni nuove nonostante il terribile momento di chiusura, rispetto a tante aziende che purtroppo non ce l’hanno fatta, è stato un momento di grande orgoglio e anche di conforto.

Un libro, un disco o un fumetto che avete comprato a scatola chiusa?

Luisa: La casa degli Angeli di Colleen McCullough e Trilogia di New york di Paul Auster. Presi a sensazione in base alla copertina. Entrambi sono state delle scelte azzeccate. Di Auster poi ho recuperato tutta la bibliografia.

Elisabetta: Per la musica: “Juice B Cript” dei Battles. Ascoltare quest’album è stato un toccasana durante il lockdown, un momento per distrarre il cervello e farlo un po’ saltellare di felicità senza pensare a quello che succedeva intorno a lui.
Lalla: Non mi viene in mente nulla. Temo di essere un po’ noiosa in questo e di solito ho bisogno di precisi impulsi e forti ispirazioni per buttarmi su qualcosa.

Antonella di ABE: Un libro di J. Kerouac e W. Borroughs, intitolato “E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche”, ediz. Adelphi. Non mi è piaciuto per niente.

Il gatto di Schrödinger è vivo o morto?

ABEditore: La vera questione è: ma il gatto di Schrödinger esiste davvero?

Elisabetta: Il gatto di Schrödinger è morto, lunga vita al gatto:)

Lalla&Luisa: avendo due gatti possiamo senza ombra di dubbio affermare che il gatto è vivo e vegeto!

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