L’Ufficio Resurrezione Parole Smarrite di Sabrina D’Alessandro

Parole antiche per stati d’animo attualissimi: è il lavoro di Sabrina D’Alessandro. Fondatrice dell’Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, il suo lavoro di artista si basa sulle parole da un punto di vista che non vuole essere strettamente linguistico, ma poetico e sociale. Parole quasi perdute a cui ridare un corpo, un’identità, un peso e una presenza nel mondo e nella lingua. E quando diciamo nel mondo non intendiamo in senso metaforico, ma letteralmente negli spazi della realtà, attraverso un lavoro artistico che va dalla performance alla scultura e al collage.

Brindellone Pispolone – Sabrina D’Alessandro

Il progetto dell’Ufficio Resurrezione Parole Smarrite nasce come registro sentimentale personale dell’artista, un archivio di parole rare che proprio in virtù della propria rarità sembrano nascondere verità e scoperte inedite.
A partire da questa collezione intima e ricca di significato personale D’Alessandro ha realizzato nel 2009 un’installazione che lei stessa definisce una sorta di “monumento ai caduti” della lingua.

Il paradosso del monumento è che – una volta riportate nel mondo e all’attenzione – queste parole non sono più cadute, ma ritrovate, tornano ad avere una loro vita nella lingua e nell’esperienza, arricchite dalla propria rarità. Parole semi-dimenticate, ma proprio per questo preziose ed espressive, non consumate dall’uso e dalla ripetizione, non consumate dalla saturazione, il cui suono è sia significativo che evocativo.

L’organigramma dell’Ufficio Resurrezione Parole Smarrite di Sabrina D’Alessandro

Un lavoro sul filo dell’ironia, testimoniata anche dai nomi gioiosamente pomposi e burocratici dei diversi Dipartimenti dell’Ufficio, ognuno in rapporto reciproco secondo un organigramma aziendale meticoloso e intricato.
C’è quindi il Dipartimento Oggettificazioni, che dà un corpo e un peso alle parole trasformate in panchine, striscioni e ritratti; il Dipartimento Rinascita Psicovocale incaricato di trasformarle in performance liriche, sfruttando la musicalità della lingua; i Censimenti Peculiari incaricati di indagini qualitative sui sentimenti e le associazioni che le diverse parole evocano nel pubblico.

Censimenti Peculiari - Sabrina D'Alessandro
Censimenti Peculiari – Sabrina D’Alessandro

Un pubblico peraltro diversissimo nella sua composizione, attraverso gli spazi variegati in cui le installazioni sono messe in opera: dalla Triennale di Milano al Carcere di Bollate passando per le piazze di Suzzara e il Monastero di Piona. Un percorso che esprime la poetica dell’artista, come dice lei stessa: «Verità e imprevisto sono i fili da seguire per trovare nuove strade e scoprire connessioni altrimenti invisibili».

Sabrina D’Alessandro

Questo lungo lavoro è confluito nel 2011 in un volume, Il Libro delle Parole Altrimenti Smarrite. Una selezione ragionata di un percorso condensato in cento parole divise in otto sezioni, secondo temi comuni a tutta l’esperienza umana: l’amore, le gioie e le stupidità, i mestieri, la politica e infine gli improperi, ambito fertilissimo che ricorda le gare di insulti di Monkey Island e in cui si nascondono le parole più espressive e significati del mondo su cui riflettere, da recuperare (o in alcuni casi riconoscere per poi lasciarli al loro destino di testimonianza di un tempo e un modo di pensare che non ci appartiene più).

Il tutto accompagnato da illustrazioni realizzate da Sabrina D’Alessandro a partire da collezioni d’epoca in un lavoro di cut-up che crea nuovi nessi inediti di significato e di estetica tra le immagini e le parole.

Odeporico Eteroclito – Sabrina D’Alessandro

Un’opera che può a prima vista ricordare un piccolo vocabolario, ma è nei fatti un libro d’artista, in cui l’esperienza di lettura può seguire l’ordine delle pagine o essere vissuta saltando da una pagina all’altra, dalla fine verso il principio o pescando una parola in maniera casuale, per soddisfare una curiosità o come un oracolo poco ortodosso.

Italians say it better - Sabrina D'Alessandro
Italians say it better – Sabrina D’Alessandro

Un lavoro a metà tra l’archeologico e il poetico, come dimostrano anche i laboratori nelle scuole, in cui si parte dalle parole esistenti per smontarle, ricombinarle e, ispirandosi alla creatività delle parole del passato, arriva a inventare cose nuove, in grado di esprimere le migliaia di esperienze del nostro mondo con cui tutti abbiamo familiarità, ma per cui ancora non esistono le parole.

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