Ogni settimana Andrea Provinciali segnala tre fumetti, abbinandoli a un disco o una canzone.
Giacomo Nanni
Atto di Dio
Rizzoli Lizard
Genere: elettronica, IDM, field recording
Un fumetto “strumentale”. Perché la voce narrante non è mai umana (quando c’è è solo rumore di fondo). A parlare sono infatti un capriolo, una carabina, un terremoto, un unicorno… è il loro punto di vista ad essere “registrato” in maniera asettica e fredda da Giacomo Nanni, come fosse una sorta di documentario. Field recording mixati su un’elettronica IDM e downtempo che si tinge di toni malinconici e crepuscolari grazie ai disegni e al tratto dell’autore di Cronachette: un mix di optical e glitch art sviluppato su texture a mosaico con colori caldi e avvolgenti.
Nanni è un producer magistrale che se ne frega di assecondare i gusti pop del lettore medio di graphic novel e dà vita a un’originale indagine a fumetti sulla natura del male e della disgrazia facendo raccontare i fatti non all’uomo ma a ciò che quotidianamente lo circonda, ribaltando il punto di vista comune.
Leggere Atto di Dio è un’esperienza insieme distensiva e complessa. Proprio come ascoltare i Boards Of Canada, non a caso uno dei progetti elettronici più importanti di sempre a livello mondiale. Sicuramente uno dei libri dell’anno.
Voto: 9/10
Soundtrack: Boards Of Canada – In A Beautiful Place Out In The Country
Vitt Moretta
Il tramonto del Sea Breeze
Coconino Press
Genere: punk, hardcore melodico, flower punk rock
One, two, three, four. Parte così l’esordio editoriale di Vitt Moretta: una ventata d’aria fresca nel panorama fumettistico italiano. L’incedere è quello classico punk, veloce e serrato, basso pulsante e lineare, chitarre grattugiate ma inzuppate di melodia. Ecco, la melodia. Nel bianco e nero di Vitt è il bianco ad avere la meglio e ad allegerire la narrazione. Le vignette sono piene zeppe di elementi, dettagli e continui movimenti che però, grazie all’ariosità delle tavole, risultano leggere, veloci e per l’appunto melodiche. Proprio come i giri pop della chitarra degli Screeching Weasel assecondati dalla voce sguaiata ma intrisa sempre di una malinconia contagiosa. È così che vengono raccontate le vicissitudini di tre amici che attraversano la boscaglia per raggiungere la festa in un locale vicino alla spiaggia – il Sea Breeze del titolo. Alcol, droghe, disagio giovanile, promiscuità… l’ebrezza del no future adolescenziale che si scontra con il caso e la follia in un crescendo caotico e deragliante che mette a dura prova i tre, scaraventandoli brutalmente davanti a loro stessi. Ecco, in qualche modo, Il tramonto del Sea Breeze è un romanzo di formazione, incasinato ma catartico.
Risse, svenimenti, incontri improbabili, vomitate, storie d’amore impossibili e “vampate”, il tutto sorretto da una ritmica hardcore, ora al limite della velocità, ora occhieggiante al pop con trame vocali e chitarristiche ricoperte di zucchero. In puro stile flower punk rock.
Voto: 7/10
Soundtrack: Screeching Weasel – Boogadaboogadaboogada!
Cammello – Akab – Spugna
Rubens
Stigma / Eris
Genere: punk, noise, post harcore
Un supergruppo nella più tradizionale formazione punk: chitarra, basso e batteria. Non i nuovi Nirvana (meglio specificarlo subito), forse più i nuovi Jesus Lizard, con qualche spruzzata di noise estremo stile Lightning Bolt e digressioni psichedeliche un po’ Mudhoney. Non è dato sapere chi suoni cosa, ma conoscendoli si dà per scontato che si avvicendino agli strumenti. Il volume presenta due storie su Rubens (personaggio già presente nella serie Tumorama di Cammello), come due tracce di un 45 giri: la prima corale, la seconda “acustica” a firma del solo Cammello nella quale, come un menestrello, spiega le origini del protagonista.
Rubens è in loop da una vita nella dimensione di studente fuoricorso tra droghe e alcol e coinquilini improbabili. Ma è anche il figlio del Vuoto per cui è facile per lui perdersi in viaggi psicotropi incontrando personaggi assurdi e situazioni estreme, al limite della follia. I tre fumettisti accelerano furibondi sugli strumenti fino a spaccare i timpani, ma si permettono pure momenti dilatati, ipnotici e divertenti – come l’intermezzo del film esistenzialista polacco muto. Sarebbe veramente bello vederli dal vivo e pogare sottopalco. Chissà.
P.S.: Come in quasi tutti gli album anni 90 che si rispettino non poteva mancare la ghost track (disponibile soltanto con il preorder): Storia di un cadavere disegnata da Nova, uno spassoso spin off di Rubens sempre punk ma con un pizzico pop qua e là. Qui sì che si possono scomodare i Nirvana.
Voto: 7/10
Soundtrack: Jesus Lizard – Goat
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