5 buoni motivi per amare Margot Tenenbaum

Otto atti, un prologo, un epilogo. I Tenenbaum sono costretti a convivere con un padre egoista, infedele e bugiardo. Tutti lo odiano, nessuno si realizza. Prima tra tutte Margot Tenenbaum, la fragile e disillusa antieroina interpretata dal premio Oscar Gwyneth Paltrow nel film di Wes Anderson del 2001. Un cult che, impreziosito da un cast stellare composto da Bill Murray, Gene Hackman, Anjelica Huston, Ben Stiller, Owen Wilson e Luke Wilson, consacra il regista tra i più straordinari autori della settima arte. Un regista visionario che, tra personaggi eccentrici, colori pastello e inquadrature simmetriche, racconta la vita reale con un indimenticabile tocco surreale.

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La costante stranezza dei Tenenbaum riflette, senza filtri, le malattie della quotidianità. Una famiglia di geni che, rovinata dal cinismo di Royal Tenenbaum, introduce al pubblico mondiale la geniale Margot. Adottata da un padre che non perde occasione di sottolineare la sua estraneità alla famiglia, Margot Tenenbaum vince una borsa studio di 50.000 dollari, scappa di casa con Richie, perde mezzo dito e indossa guanti rosa abbinati, fa sesso in autobus, taxi e traghetto e odia il padre.

Di ragioni per sopportarla, come tutti i folli personaggi di Wes Anderson, non ce ne sono. Eppure la nostra rubrica di cinema indie Be Kind Rewind ha trovato cinque buoni motivi per amare l’eroina più tragica della settima arte:

1. Il look e le abitudini

Il look è parte integrante di ogni personaggio. Non fa eccezione Margot Tenenbaum, armata di un’eleganza che la trasforma in icona di stile. Sigaretta in bocca, pelliccia di visone, capelli perfetti, Margot Tenenbaum indossa (sempre) gli stessi abiti e cammina, tra lo sguardo attonito dei passanti, in slow-motion.

La sua follia è la sua più grande unicità. Margot vive alla continua ricerca della morte che elude nonostante l’estraneità al mondo che la circonda. Un’antieroina che vede la tv immersa nella vasca da bagno e gira i canali con le dita dei piedi. Ha lo sguardo triste ma non prova emozioni. Chiunque la vede pensa sia depressa ma la sua famiglia non si accorge delle sue “implicite” richieste di aiuto. Fuma da quando ha quattordici anni ma nega la sua dipendenza dal tabacco quando gli cascano le sigarette dalla tasca del cappotto.

Ha un divorzio alle spalle ma sposa lo scrittore neurologo Raleigh St. Clair che non guarda neanche in faccia. Ordina solo gelato panna, noci e amarena e ama Richie, il fratellastro che preferisce suicidarsi piuttosto che ricambiare il suo amore.

2. La geniale rassegnazione

Margot trascorre le sue giornate nell’apatia. È una straordinaria scrittrice di spettacoli teatrali ma non ha alcuna voglia di realizzare i suoi show. Dopotutto chi come Ely Cash, il “figlio illegittimo” dei Tenenbaum, trova il successo e l’amore del pubblico, non è affatto stabile… o perlomeno felice. Allora perché deve dimostrare al mondo una genialità che neanche la sua famiglia sembra voler capire?

La continua indifferenza del padre suscita in lei una geniale rassegnazione che diventa il suo stile di vita. Niente la sorprende, niente la sconvolge. Margot vive nella costante attesa che la tv prima o poi, cadendo nella vasca da bagno, la folgori. Ma, come assicura alla madre, «l’apparecchio elettrico è legato al radiatore» quindi dovrà trascorrere ancora molti giorni prima di abbandonare la tragica realtà che la circonda.

3. Il complicato rapporto con il padre

«Tu eri un genio! No, non lo ero. È quello che pensava la gente».

Royal Tenenbaum è un uomo senza scrupoli. Un celebre avvocato che crea nei tre piccoli geni nati dal matrimonio con Etheline Tenenbaum una serie di gravi traumi: depressione in Richie, instabilità in Charles e apatia in Margot. “Il ricordo del genio infantile dei Tenenbaum viene oscurato da venti anni di disastri”, afferma la voce narrante.

Ma se nel corso della storia Richie e Chas si riavvicinano al padre, Margot prende le distanze da colui che non perde occasione di stroncare i suoi spettacoli teatrali, dimenticare i suoi compleanni e rinfacciarle lo status di figlia adottata. Neanche la (finta) malattia di Royal o la sua improvvisa scomparsa le fanno cambiare idea. Un rapporto padre-figlia piatto come l’elettrocardiogramma di Buckley, il cane schiacciato da Eli Cash durante il matrimonio di Etheline con Henry Sherman.

4. L’amore illegittimo con Richie

I Tenenbaum sono persone complicate. Non c’è frase migliore per descrivere le bizzarre dinamiche della famiglia di Royal Tenenbaum.

Margot e Richie sono due fratellastri che, non avendo il coraggio di amarsi, preferiscono vivere un amore platonico di cui tutti sono a conoscenza… ma di cui nessuno, tranne Eli Cash, ha il coraggio di parlare! Uniti sin da piccoli, Margot e Richie ne combinano di tutti i colori prima di scoprire che il loro amore sarà un’eterna condanna all’infelicità. Due anime gemelle costrette ad allontanarsi in nome di una parentela che diventerà la loro più grande maledizione.

5. L’unica grande interpretazione di Gwyneth Paltrow

Tra le attrici più sopravvalutate di Hollywood ha un ruolo d’onore Gwyneth Paltrow. Da Seven a Sliding Doors, l’indimenticabile Wendy di Hook – Capitan Uncino interpreta grandi film ma le sue performance non restano impresse nell’immaginario mondiale. Neanche il premio Oscar per Shakespeare in Love, il classico di John Madden del 1998, cambia le carte in tavola. Eppure Margot Tenenbaum ha senso di esistere solo grazie al physique du rôle e lo sguardo perso di Gwyneth Paltrow. Due donne che riflettono due facce della stessa medaglia: Margot Tenenbaum dà una dignità di attrice a Gwyneth Paltrow che, a sua volta, regala volto, identità e classe alla figlia adottiva di Royal. Un’antieroina che, a diciotto anni dalla release statunitense dei Tenenbaum, è uno dei personaggi più iconici creati da Wes Anderson. Una donna fragile, disperata e tragica che nessuno ama… tranne Be Kind Rewind!

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Un pensiero su “5 buoni motivi per amare Margot Tenenbaum

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