Out Of The Box | Lisa Gelli

Un’autrice estremamente prolifica, in perenne ricerca stilistica e tecnica. Ma anche un pezzo fondamentale e vivace di due tra le più fertili realtà dell’illustrazione in Italia: parliamo di Lisa Gelli, una delle anime dietro a Ratatà Festival e il collettivo Le Vanvere. Una ricerca, la sua, che spazia dalla fotografia alla ceramica, con l’uso dell’inchiostro come filo conduttore usato in maniera vigorosa ed espressiva. In un momento in cui riappropriarsi degli spazi di confronto – sia fisici che metaforici – è fondamentale per tutti, le abbiamo fatto un po’ di domande sul rapporto tra la sua ricerca personale come illustratrice, i suoi lavori collettivi e il valore sia politico che artistico dell’autoproduzione.

Come nutre il tuo lavoro il rapporto con gli altri artisti all’interno di progetti come Ratatà Festival e Le Vanvere?

Lisa Gelli

Ratatà e Le Vanvere sono le mie più grandi fonti di nutrimento, sia a livello personale che a livello professionale. Dedicarmi a progetti collettivi è qualcosa a cui non so proprio rinunciare, collaborare con altri artisti e illustratori è per me un continuo scambio, una linfa vitale a cui attingere nei momenti più aridi e un insostituibile attivatore di idee.

A volte mi sento molto egoista per questo, ho sempre l’impressione che lo scambio non sia equo perché quello che ricevo da queste grandi famiglie è immenso, traducibile solo con gli occhi che straripano alla fine di ogni festival o mostra o cena insieme.

Ma non lasciatevi confondere da questo spicciolo altruismo perché in verità questi grandi progetti collettivi sono un ottimo scudo protettivo dal mettermi in gioco in modo totale, è molto più facile presentarsi a nome del gruppo che a nome di “Lisagelli”, soprattutto se sei un’inguaribile insicura come me. Nei progetti collettivi si condividono la soddisfazione e la fatica, ma anche il rischio!

Lisa Gelli

Parli spesso del valore non solo di sperimentazione, ma anche politico dell’autoproduzione. Quanto pensi sia importante l’esistenza di questi spazi per la “biodiversità” dell’illustrazione?

Credo che sia fondamentale alimentare la fertilità di questi spazi, creare momenti di condivisione e tavoli di discussione mascherati anche e soprattutto da semplici incontri con gli amici. Spesso vengono sottovalutate le parole e gli sguardi che sorgono spontaneamente vivendo qualcosa di importante insieme: un festival, la visita ad una mostra, una passeggiata. Credo sia stato fondamentale esserci come Ratatà e come Vanvere nei rispettivi territori anche solo come presidio metaforico, creando rete e supporto per tutti i progetti nascenti, quelli matti e quelli intimi, nascosti dietro nugoli di no ufficiali o castrazioni personali.

Lisa Gelli

È difficile trovare un formato, medium o progetto con cui tu non ti sia ancora felicemente confrontata: hai nel cassetto qualche progetto che speri di realizzare nel prossimo futuro?

Mi piacerebbe potermi dedicare a una nuova mostra personale che affronti temi con cui ancora non mi sono confrontata, qualcosa di nuovo e stimolante che possa farmi mettere in discussione in profondità, che mi permetta di far dialogare i miei vecchi linguaggi come la scrittura e la fotografia, con quelli più nuovi come il disegno e la ceramica. 

Spero di avere presto l’occasione di partecipare a una bella residenza “tabula rasa” in cui poter sperimentare e mettere a fuoco l’idea che mi frulla in testa da un po’.

Lisa Gelli

Cosa metteresti in una capsula del tempo?

Ci metterei gli abbracci e il contatto umano perché mi spaventa tantissimo il fatto che lo stiamo pian, piano perdendo.

Se nella capsula del tempo non ci si può mettere una cosa così astratta, ci metterei i versi di “Lentamente muore” e la ricetta per “Plumcake semplice by Cate”, da rileggere periodicamente in caso di fame. Emotiva o fisica che sia.

Lisa Gelli

Se potessi incorniciare un momento dell’ultimo anno di cui sei particolarmente fiera, quale sarebbe?

Ne scelgo uno di circa un anno fa esatto e uno recentissimo: la conclusione del progetto libro fatto durante il corso con Javier Zabala “La voz propria II” che ha coinciso con la fine della prima ondata di pandemia e il murale fatto a Nova Gorica poche settimane fa perché era un anno e mezzo che non andavo fuori a dipingere e non mi ero accorta di quanto mi fosse mancato!

Lisa Gelli

Un libro, un disco o un fumetto che hai comprato a scatola chiusa?

Un bene al mondo di Andrea Bajani e l’ultimo disco dei Chiodi che è ancora in fase di produzione. Un mio caro amico musicista, nonché produttore del disco, me ne ha parlato con tanto entusiasmo che ormai penso proprio di non poter vivere senza! 

Lisa Gelli


Il gatto di Schrödinger è vivo o morto?

Grazie per avermi fatto questa domanda, non conoscevo questo paradosso! 

All’inizio ero sicura che fosse un mcguffin e invece si è rivelato davvero molto interessante, ampi spunti di riflessioni e voli pindarici. Dopo varie valutazioni spero che il gatto sia morto, non auguro a nessuno di stare fermo e chiuso in una scatola. 

Adesso che ci penso, a questo proposito ho scritto un racconto molto tempo fa che è diventato una piccola autoproduzione!

Lisa Gelli

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