LOVEs: disegnalo e raccontalo con parole mie

Chi ha mai scritto una lettera d’amore destinata ad una posta del cuore?

Immaginate che invece di ricevere un consiglio, le vostre parole possano diventare un racconto o un disegno.
Così nasce LOVEs, un progetto di Iacopo Barison, scrittore, e Alice Socal , fumettista, che il 13 marzo approda su Instagram.
Si trovano storie davvero di tutti i tipi, a lieto fine e non. Autobiografiche, oppure accadute a parenti e amici. Storie d’amore con qualcun altro o verso se stessi, verso la famiglia o riferite ad un’attività specifica. Racconti di innamoramenti su un oggetto o per un animale domestico. Disegni a colori e in bianco e nero, qualche capretta, un letto da condividere in due e la busta di una lettera.

Ho fatto qualche domanda a Iacopo per farmi spiegare meglio il progetto e come sta andando.

La prima curiosità che subito mi viene in mente è sul rapporto che avete con il format vecchio stampo “Posta del Cuore”, se ne siete in qualche modo legati e come questo ha portato alla nascita di LOVEs.

L’amore è un sentimento strano, probabilmente il più difficile con cui confrontarsi. Questo perché si rischia di scadere nel semplicismo o ancor peggio nella banalità, forse il principale difetto delle vecchie poste del cuore. Leggere i patemi d’amore delle persone era divertente, quasi “voyeuristico”, ma nulla più. Con LOVEs vogliamo portare la posta del cuore al livello successivo. Le persone ci scrivono le loro storie e noi, anziché rispondere con un consiglio, le trasformiamo in racconti illustrati di max 300 parole.

Come è nata l’idea dell’intero progetto?

L’idea è nata come esperimento narrativo: dare alle persone la possibilità di raccontarsi, e al contempo trasformare le loro storie in racconti.

Avete deciso di anticipare i tempi di uscita, quale sarebbe stata la vostra data desiderata e perché questo cambio di rotta?

Era un progetto che avevamo in testa da un po’. Con la diffusione del Covid, io e Alice ci siamo ritrovati in quarantena nelle nostre rispettive case, lei a Berlino e io a Milano, all’improvviso con un sacco di tempo libero. Volevamo sfruttarlo al massimo, e allo stesso tempo volevamo creare un ponte fra noi e le persone, per non sentirci troppo isolati. Abbiamo quindi deciso di anticipare di un paio di mesi il lancio di LOVEs, proprio perché reputavamo importante per noi dedicarci al progetto, e per le persone avere la possibilità di condividere le proprie esperienze.

Dimmi tre cose che avete imparato leggendo e osservando tutto il materiale che avete ricevuto fino ad ora.

Abbiamo imparato, in primis, che ognuno di noi ha una storia da raccontare, e che tutte a loro modo sono uniche e speciali. Sembra una frase fatta ma non lo è. Poi ci è sembrato che la gente (a dispetto di quel che si dice, ovvero che stiamo diventando tutti cinici e insensibili) abbia ancora voglia di emozionarsi. E che le emozioni siano ancora il motore delle nostre vite.

C’è qualche storia che ti ha particolarmente colpito?

Dovrei, senza ipocrisia, rispondere che tutte le storie pubblicate finora mi hanno colpito. Sarebbe la verità, eppure, se dovessi sceglierne una, direi QUESTA, la lettera di una figlia al padre morto di Covid. Non solo mi ha colpito: le parole di questa ragazza mi hanno fatto piangere.

Come vi immaginate il futuro di LOVEs?

Chissà. Intanto speriamo che la pagina continui a crescere, che arrivino sempre nuove storie e anche nuove persone disposte a leggerle. Ci siamo accorti di aver raccontato in meno di un mese un sacco di parabole umane bellissime. Siamo anche convinti che non si tratti “solo” di una pagina Instagram, ma di un modo per tenere traccia di qualcosa. E proprio per questo, ci piacerebbe che la traccia si trasformasse in un libro di racconti illustrati.

Hai anche tu una storia? Inviala a parlaconloves@gmail.com

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