Vite di nove ipocondriaci eccellenti esplora, attraverso le biografie di alcuni personaggi celebri – tra cui anche Marcel Proust, Michael Jackson, Florence Nightingale –, la paura e la speranza, la malattia e l’immaginazione, la disperazione e la fantasia da cui tutti possiamo essere colti. Brian Dillon percorre e oltrepassa la maschera comica del malato immaginario trasportandoci sul piano della cruda realtà, mostrandoci le ansie terribili di queste grandi figure della letteratura, della musica, dell’arte e della scienza, e chiedendosi se non ci sia un legame tra l’ipocondria e la creatività: l’isolamento e la tendenza ad ascoltare ogni sussulto del proprio corpo giovano senz’altro alla ricerca – scientifica e artistica –, ma forse minano la psiche.
Quella di Brian Dillon è un’indagine profonda nelle esperienze di vita, che ci restituisce un racconto intimo, umano e coinvolgente di menti che lottano con corpi, di terrori e momentanei sollievi, dei più originali tentativi di porre rimedio a malanni percepiti o reali. Scritto con trasporto e passione, spirito e originalità, questo libro è un viaggio nel dolore delle nostre membra e tra i mostri che albergano nella nostra testa.