Intervista: Lilia Miceli

L’ultimo numero di Myau Zine fresco fresco di stampa è il risultato di una call aperta a illustratori e scrittori, dedicata a universo, pianeti, cosmo, stelle e corpi celesti.
Anche noi abbiamo contribuito alla selezione e non solo! Abbiamo infatti realizzato, a partire da uno dei disegni selezionati, quello di Lilia Miceli, una nuovissima spilla smaltata: scoprila in fondo all’intervista e tuffati tra gli astri, in assenza di gravità, in compagnia di qualche amico extraterrestre, come questo serpente a tre occhi.

Quando hai capito che volevi fare un lavoro creativo?

Ho sempre avuto una naturale spinta alla creatività e al disegno, un po’perché appassionata e un po’ perché figlia unica, ho passato l’infanzia a disegnare e leggere. I libri illustrati erano la mia passione, mia madre conserva ancora i piccoli “albi” che avevo confezionato per lei, scrivendo delle brevi storie e illustrandole, su fogli appositamente ritagliati e rilegati con dello scotch, erano delle primitive machette.
La consapevolezza di poterne fare un lavoro arrivò piuttosto presto, verso i 9 anni conobbi un’amica di famiglia che di professione faceva proprio l’illustratrice, decisi così di cambiare la mia risposta alla classica domanda “Cosa vuoi fare da grande?” da : “La maestra” a “L’illustratrice di libri per bambini”, ci tenevo a specificare anche il target.
Vorrei aver conservato la stessa sicurezza negli anni, ma anche se con giri tortuosi, non mi sono mai allontanata troppo dal mio primo obbiettivo.

Preferisci lavorare da sola o in team?

Preferisco variare, grazie all’animazione so bene cosa comporta lavorare in team e con l’illustrazione ho conosciuto il lavoro in solitaria. Idealmente preferisco la solitudine nel momento iniziale della progettazione, faccio un grosso lavoro d’introspezione per trovare l’idea giusta e darle la prima forma, ascolto molto l’istinto, le mie sensazioni, scavo a fondo, quando inizia ad avere una forma definita, allora cerco stimoli esterni, anche da chi di illustrazione non ne mastica, a volte sono le impressioni più di pancia che servono a vedere ciò che occhi esperti danno per scontato.

A cosa ti sei ispirata per la tua illustrazione per myau zine? Ce la vuoi descrivere?

Allo Spazio, inteso come Universo, associo la vertigine che si prova osservando un cielo stellato, distesi in mezzo al nulla, solo la gravità ci tiene ancorati al terreno. Allora un volo verso le stelle potrebbe diventare cadere o, ancora meglio, un tuffo. Così ho voluto ricreare quella sensazione, pensando anche a quanto sarebbe bella una nuotata tra gli astri, magari in compagnia di qualche amico extraterreste, come un serpente a tre occhi.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? Hai qualche anticipazione da raccontarci?

Sto lavorando a diverse storie mie, non sono una scrittrice, ma le sto progettando in modo da dargli una base solida e poi trovare chi possa usare le parole giuste per raccontarle, alcune son libri per bambini sui 6-8 anni, con temi complessi e anche personali, quindi stanno subendo una lunga incubazione.

E qual è invece il progetto dei tuoi sogni, che ancora non hai avuto occasione di realizzare?

Tra i sogni nel cassetto c’è sicuramente il riuscire ad unire le varie tecniche di comunicazione visiva che amo, ovvero illustrazione e animazione, magari creando un libro con illustrazioni animate.

Ascolti musica quando lavori? Qual è il disco che ascolti di più in questo periodo?

Ho una mia playlist che contiene brani di mille generi e mood differenti, da Le Luci della Centrale elettrica a Madonna e che amo mettere in modalità di riproduzione casuale così da rendere il tutto ancora più random, per qualche motivo lo trovo stimolante.

Cosa fai quando non disegni?

Due anni fa mi sono iscritta ad corso di ceramica al tavolo o modellato, volevo provare ad uscire dallo spazio 2D del disegno e mi è servito molto, anche a ritrovare la creatività in un momento nel quale la sentivo prosciugata da ritmi di produzione serrati. Ho sfogato e ritrovato linfa vitale per i miei progetti, che sentono il bisogno di una ventata d’aria fresca.
Dopo un anno di corso ho iniziato a produrre piccoli oggetti e bijoux in ceramica dando vita, con altre ragazze, al progetto Gusci artigianato illustrato, a cui abbiamo unito anche il cucito, giocando con gli stessi soggetti e messaggi che vogliamo trasmettere.

Qual è il tuo posto speciale / preferito sulla Terra?

Penso di doverlo ancora trovare. Ci sono luoghi della mia infanzia, fatti di natura incontaminata e acqua, a cui sono molto legata e che riconosco come “casa” più delle mura domestiche. Oggi sento il bisogno di ricercare ambienti simili, ma anche di cercare nuovi luoghi, che siano parte della mia vita adulta.
In conclusione direi, che per adesso, il mio posto è ovunque io stia con le persone speciali della mia vita e il necessario per disegnare.

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