Joseph McElroy delinea il ritratto plurigenerazionale di un’America atomizzata, suggerendo una parabola sorprendente che va da un West di antiche credenze e guaritori indigeni a un futuro fantascientifico di fusioni umane, e ci immerge nell’infinito magma delle relazioni che sempre uniscono le donne e gli uomini, il singolo e la collettività, la vita e il potere. Donne e uomini è la prima traduzione al mondo del capolavoro di McElroy, fraterno per ambizione e magnitudine a Underworld di DeLillo e Infinite Jest di D.F. Wallace: un romanzo-acceleratore che trasforma la materia informe dell’esperienza umana, in tutta la sua vorticosa inspiegabilità, in luce.
«Udite cosa c’è nel vento. Una canzone, dice qualcuno. Ma, intessuto nella canzone, udite il rumore. Il rumore di una città dove non tutti si conoscono. Una donna sempre giovane, sposata una volta, divorziata una volta, senza figli ma con i suoi seguaci, di nome Grace Kimball; e un uomo di famiglia e viaggiatore, pure lui sposato una volta, divorziato una volta, un uomo di nome Mayn, James Mayn. E se anche non dovessero mai incontrarsi, siamo stati invitati lo stesso—incontro o non incontro—siamo i loro anelli di congiunzione. E non ci sembra di essere qualcosa di più?»
«Una volta sola nell’arco di molti anni esce un libro tanto ricco di sapienza, immaginazione e sentimento – di arte – che il lettore rimane estasiato e onorato. Donne e uomini è quel tipo di libro.» The Washington Post
«La follia di McElroy procede secondo un metodo filosofico. Il suo marchio di fabbrica è chiederci di immaginare la verità come la somma di tutti modi in cui può essere raccontata.» Garth Risk Hallberg
«Quando chiudi questo libro non puoi non essere convinto che McElroy sia stato cinquant’anni in anticipo rispetto a qualunque altro suo contemporaneo.» The Review of Contemporary Fiction