5 buoni motivi per amare Steve Zissou

Ci sono personaggi strani. E ci sono personaggi talmente assurdi da diventare irresistibili. Steve Zissou è il folle documentarista interpretato da Bill Murray nelle Avventure acquatiche di Steve Zissou, il gioiello di Wes Anderson impreziosito da un cast stellare composto da Owen Wilson, Cate Blanchett, Anjelica Huston, Willem Dafoe, Jeff Goldblum e Michael Gambon. Un’opera surreale che racconta le bizzarre “avventure” di Steve Zissou, l’oceanografo alla ricerca dello squalo-giaguaro, la creatura mitica che ha divorato il suo amico Esteban durante le riprese del suo ultimo documentario. Tra figli illegittimi, giornaliste pungenti e pirati senza pietà, Steve parte per il suo ultimo viaggio. La tragicomica disavventura di un antieroe cinematografico da amare per cinque buoni motivi:

1. La performance di Bill Murray

Ghostbusters, Kingpin e Rushmore sono solo alcuni dei tanti irresistibili film dominati dal talento comico di Bill Murray. La star che, dopo il meraviglioso e indimenticabile I Tenenbaum, ritrova Wes Anderson nelle Avventure acquatiche di Steve Zissou. Cinico, ironico ed egoista, Steve Zissou è un oceanografo e regista che ha sacrificato tutta la sua vita per esplorare le profondità del mare. Tutti lo odiano, nessuno lo ama ma a Steve non importa perché vive in funzione dell’oceano di cui, fino all’ultimo viaggio, cerca di scoprire i segreti. Se Le avventure acquatiche di Steve Zissou è un gioiello della settima arte, il merito è di Bill Murray, l’alter ego della più folle delle creature partorite dal genio creativo di Wes Anderson.

2. L’umorismo intellettuale

Rispetto allo storico e intramontabile Peter Venkman di Ghostbusters, Steve Zissou ha un umorismo diverso dall’ironia graffiante dei personaggi interpretati da Bill Murray nel corso della sua quarantennale carriera. Dimenticate le battute al vetriolo dell’antieroe di S.O.S. Fantasmi perché lo humour di Steve Zissou è intellettuale come l’autore che l’ha partorito; un trionfo di sguardi bizzarri e battute strampalate come le avventure acquatiche del suo folle protagonista. Ancora una volta, Wes Anderson firma uno script pungente e ironico che, fondendo dramma e commedia, invita a riflettere con un irresistibile humour intellettuale.

3. La nave e la ciurma

Ogni capitano che si rispetti ha una nave e un team di navigatori al suo seguito. Nonostante il carattere burbero e il cinismo dirompente, Steve Zissou può fare sempre affidamento sulla Belafonte. La nave tecnologica caratterizzata da un equipaggio fedele (con tanto di addetto alla sicurezza interpretato dal cantante di bossa nova Seu Jorge), attrezzature avanzate, progetti scientifici, sale di montaggio cinematografico, cupole di osservazione, mini-sub e due delfini albini. Non manca niente sulla Belafonte, la folle nave dove Steve Zissou decide di trascorrere la sua vita circondato dal team di “esperti” che diventa la sua strampalata famiglia.

4. L’omaggio a Jacques Cousteau

Nella settima arte la vita di grandi personaggi assume spesso le forme del biopic. Una tipologia cinematografica accantonata dal controverso e visionario Wes Anderson per il suo personalissimo tributo alla vita di Jacques Cousteau, storico esploratore, navigatore, oceanografo e regista premiato, tra il 1957 e il 1965, con tre Oscar per il miglior documentario. Un tributo che Wes Anderson confeziona disseminando una serie di indizi che non possono non far pensare a Cousteau. Dal carattere difficile al look surreale fino alla storica nave Belafonte (Harry Belafonte incise la canzone Calypso, vero nome della nave di Cousteau), Le avventure acquatiche di Steve Zissou è il toccante e malinconico omaggio di Wes Anderson al più grande esploratore francese del mondo.

5. È una creatura di Wes Anderson

La filmografia di Wes Anderson è costellata da personaggi stravaganti che, in un modo o in un altro, riflettono le contraddizioni della natura umana. Dopo la depressione cronica dell’indimenticabile Margot Tenenbaum, lo spietato cinismo di Steve Zissou è un’altra delle geniali trovate del regista di Grand Budapest Hotel. Dall’indifferenza nei confronti del mondo alla relazione apatica con i protagonisti della sua vita, Steve Zissou incarna la solitudine dell’essere umano. Un antieroe che, trascurando la sua famiglia, rappresentata dal bizzarro team che lo segue in tutte le sue avventure, impara che non è mai troppo tardi per cambiare priorità nella vita. O così afferma Wes Anderson!

 

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